IL MEDICO DI MEDICINA GENERALE INCONTRA LA DEPRESSIONE

Luogo: GRAND HOTEL BALESTRIERI | Città: Crotone, Italia
IL MEDICO DI MEDICINA GENERALE
INCONTRA LA DEPRESSIONE
18 Novembre 2023
Grand Hotel Balestrieri
Via Litorale Nord, snc, 88814 Melissa KR
Totale 6 ore: Totale 7,8 crediti
ISCRIZIONI COMPLETE
Il Corso è rivolto a:
Medicina e Chirurgia (Medicina Generale (Medici di Famiglia)
Responsabile Scientifico: Dott. Paolo Sesti, Dott. Nicola Tarsia
Razionale
I
La depressione è uno dei disturbi mentali con la maggiore prevalenza nella popolazione generale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità riporta una prevalenza della depressione di più di 320 milioni di persone nel mondo, corrispondente al 4,4% della popolazione globale (Smith et al., 2014; Friedrich, 2017).
Gli ultimi studi pubblicati su The Lancet Public Health indicano Il 6,4% della popolazione europea affetta da depressione, a partire dai dati della European Health Interview Survey, raccolti tra il 2013 e il 2015.
La depressione è quindi oggi più che mai un’emergenza sanitaria e sociale: l’Organizzazione Mondiale della Sanità aveva previsto che nel 2030 l’impatto delle malattie mentali nel mondo avrebbe superato quello delle patologie cardiovascolari, ma oggi la depressione è già la prima causa di disabilità (Friedrich, 2017) e secondo molte stime la pandemia di Covid-19 ne ha ulteriormente incrementato l’incidenza anche a causa della crisi sanitaria ed economica in atto (The Lancet infectious disease, 2020). Inoltre la sua distribuzione per età mostra un netto incremento negli ultimi 2009-2017 anni nella popolazione adolescenziale e giovanile.
Il numero di vittime (superiori a 128.000 in Italia e oltre 4,3 milioni in tutto il mondo (dato agosto 2021) rappresenta di certo il riscontro tangibile e sconvolgente di un evento che ha assunto nel corso dei mesi proporzioni planetarie, ma che non ha mai smesso di vivere in ciascuno di noi secondo declinazioni personali e soggettive.
Sicuramente, tuttavia, il presentarsi di un quadro ansioso-depressivo rappresenta la più comune reazione psicopatologica della popolazione generale da quando esposta al Covid-19 (Salari et al.).
La pandemia di SARS-CoV2 ha determinato quindi un forte aumento dello stress e della frequenza di sintomi ansiosi, depressivi e di insonnia nella popolazione. Per alcuni si tratta di una pandemia emozionale, una vera e propria emergenza della salute mentale da COVID-19, come definita dall’OMS, in cui è aumentata in maniera esponenziale la sintomatologia psichiatrica nella popolazione generale.
Per Horton (Lancet 2020) si dovrebbe parlare di sindemia, intesa come insieme di patologie pandemiche non solo sanitarie, ma anche sociali, economiche, psicologiche, dei modelli di vita, di lavoro, di fruizione della cultura e delle relazioni umane.
L’avvento del conflitto russo-ucraino, sindemico per conseguenze anche questo, ha ulteriormente acuito le fragilità.
In fondo la psichiatria ha il compito di decifrare i segni del tempo: il tempo del coronavirus, del conflitto bellico, le sue tristezze, le sue angosce, le fragilità, le insicurezze, ma anche le sue speranze e le sue attese. Come sosteneva Brogna, “la psichiatria dovrebbe essere una lampada silenziosa, che ridia un senso a quelle che sono le nostre condizioni di vita”.
In questa ottica, appare ancora più urgente e stringente che si realizzi la piena connessione e collaborazione tra la medicina di base, la psichiatria territoriale e quella ospedaliera: forse la solitudine non avrà più una vertiginosa esplosione come in questi ultimi anni, ma il suo contraltare, l’isolamento sociale sicuramente proseguirà nel tempo.
Proprio in base a questa considerazione ogni assistenza sanitaria nel post Covid dovrà tenere conto dell’isolamento sociale e della solitudine e avviare programmi di tutoraggio tra pari, tra residenti in area, per mantenere legami sociali, attivare caregiver essenziali e riuscire ad utilizzare tutti i supporti sociali al fine di stimolare relazioni e supporti di comunità.
Crotone, Italia
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